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Pensiero come potenza.

Pensiero come potenza
di Fabio Squeo

 

 

 

Percezione di un sentimento

L’amore è la percezione di un'esistenza… di un’anima che avverte se stessa come afflato di libertà, come un sentirsi ascoltata da un'incontrollabile caparbietà del restante divenire. Per sua natura intrinsecamente impalpabile… rende il tutto sfuggente come l’intrinseca impossibilità di afferrare le acque di un torrente . Questo sentire che dura per quel che dura senza mai perdurare nell’eterna chiusura del mondo. Questo è un rapido e sfuggente momento… inafferrabile. L’anima del mondo sente l’esigenza di ascoltarsi e sintonizzarsi alla terrestre corrispondenza. Purtroppo in un mondo che va per il rumore della materia come il tonfo di un martello che quotidianamente batte su di un ferro arrugginito e induce lo spirito ad una estenuante lotta per la sopravvivenza. Perché questo? L’amore, nel suo sentire, nullifica se stesso nel suo perdurare, essendo una corrispondenza di suoni istantanei. Esso ha difficoltà a reggere le continue richieste della materialità. Il sentire (inteso come spirito) non è perpetuabile poiché dura quel che gli basta per lanciare il suo grido di sopravvivenza. Che cos’è l’amore eterno se non un eterno e inutile tentativo di irrigidire l’aria? L’amore grida nella coscienza degli uomini; fa appello alla giusta coscienza; è un grido disperato e di salvezza contro la repressione delle produzioni. E’ il demonio dominante della materia manipolatoria e dei totalitarismi di massa che comporta ciò. Ragion per cui, questo folle sentimento mai potrà assumere le vesti della significatività all’interno di questo mondo, chiamato Terra.



Bentornato Platone!

Al centro del dibattito filosofico e non, si colloca un celeberrimo mito platonico, che molto spesso si perde di vista ed è noto come " mito della caverna". Quando osserviamo un oggetto, in veste di protagonisti, noi ne percepiamo solo una copia, una semplice rappresentazione mentale del "vero" oggetto della realtà esterna. La vita nella dimensione dei sensi e del sensibile è vita "nella caverna". E' necessario liberarsi dal velo che ostruisce l'autenticità delle cose senza lasciarsi trascinare da pre-giudizi e congetture fallaci. Volgete gli sguardi in direzione dell'"intelligibile": in una sola parola ... chiedetevi il perché di tutto e di niente!

Altezze invisibili

Essere grandi non significa essere maturi, ma osservare meglio dall'alto: raggiungere, attraverso il proprio occhio, una visione d'insieme; abbracciare, con lo sguardo, tutto quanto offre la natura in fatto di energie, percezioni e debolezze. E' importante liberarsi dal pesante fardello di un "complesso concettuale" chiamato ego, crearne uno nuovo, facendolo proprio: uno semplice ed esteticamente bello o esteticamente brutto (non ha importanza), moralmente giusto o moralmente riprovevole, ma con un valore che abbia quel sapore di "gusto unitario e universale", che risponda solamente agli intimi bisogni dello spirito-cercatore ... di verità, (che è in noi). Noi, per necessità, siamo cercatori come quando, avvertendo del freddo, ci volgiamo "ricercando" ciò che potrebbe riscaldarci. E' giusto che, come affermava Sant'Agostino, "Quell'esplorare è già uno scoprire", ma non soffermate il vostro occhio solo su una cosa, perché così si pèrdono di vista le altre, e non si riesce a trovar nulla perché si è ossessionati dallo "scopo". Sappiate che qualunque cercare ha in sé il contrassegno dello scopo: trovare significa essere liberi, finalmente vivere il mondo e immergersi in esso fino in fondo per essere quel tutto.



Platone


vedi anche

Gadamer. Il linguaggio dell'essere

Poesie di Fabio Squeo















 
Ipse dixit  
  "Un filosofo: un filosofo è un uomo che costantemente vive, vede, sente, intuisce, spera, sogna cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come se venissero dall'esterno, da sopra e da sotto, come dalla sua specie di avvenimenti e di fulmini; che forse è lui stesso un temporale gravido di nuovi fulmini; un uomo fatale, intorno al quale sempre rimbomba e rumoreggia e si spalancano abissi e aleggia un'aria sinistra. Un filosofo: ahimè, un essere che spesso fugge da se stesso, ha paura di se stesso - ma che è troppo curioso per non 'tornare a se stesso' ogni volta" (Friedrich Nietzsche) *** "Io ho un solo amico, è l'eco: e perché è mio amico? Perché io amo il mio dolore e l'eco non me lo toglie. Io ho un solo confidente, è il silenzio della notte. E perché è il mio confidente? Perché il silenzio tace". (Soren Kierkegaard) *** "Un grande uomo costringe gli altri a spiegarlo" (Georg Wilhelm Friedrich Hegel) *** "Il mondo non è nè vero nè reale, ma vivente" (Gilles Deleuze) *** "Strano come, appena pronunciata, una cosa perde il suo valore. Crediamo d'essere scesi sul fondo dell'abisso, ma quando risaliamo, le gocce rimaste sulle pallide punte delle nostre dita, non hanno più nulla del mare da cui provengono. Crediamo d'avere scoperto una fossa piena di tesori meravigliosi, ma, quando risaliamo alla luce, ci accorgiamo di avere con noi solo pietre false e frammenti di vetro. Nella tenebra, intanto, il tesoro continua a brillare, inalterato". (Maeterlinck)  
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