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Il numero delle gomme

"Il numero delle gomme della mia macchina
è maggiore del peso delle tue parole."

(aforisma di Domenico Ruggiero)

commento
di Fabio Squeo

La saggezza spesso si nasconde nelle cose comuni, nelle cose quotidiane e nel caso del prof. Domenico Ruggiero“nel numero delle gomme della sua macchina”. Credo che l’aforisma sia una delle chicche di pensiero tra i tanti aneddoti, riflessioni , parabole e altri pezzi di vita di tutti i giorni, conditi sempre da un' ironia solleticante,  che continuamente disappanna i vetri del suo parabrezza nelle umide serate invernali.
L’aforisma riflette su parametri di misurazione nella dimensione del quantitativo e qualitativo.
La diatriba si svolge prettamente nell’incidenza dei due termini di paragone.
La misurazione trova il suo significato nel greco métis o metron, da cui la parola corrispondente “prudenza”, a sua volta coincidente la parola  providentis, vale a dire la capacità di riconoscere  il “valore” del dopo sulla base delle ferree conoscenze imposte dall’ordine logico-sequenziale della matematica.
Una matematica piena di se, la quale nel suo risolvere/si, attraverso elementi numerici vive il suo rapporto con il mondo nella possibilità di ricercare il sistema per evitare il pericolo del caos.
Friedrich Nietzsche in un suo aforisma sostiene che la scienza sia nata per il terrore contro gli innumerevoli  perché irrisolvibili disposti a caso sul banco di prova dell’esistenza. 
Considerando questo, la matematica ha da secoli mostrato il pugno duro davanti alle contingenze e attraverso un lungo processo di assimilazione, deduzione nel tempo, essa ha fornito ulteriori approfondimenti di carattere questionabile nelle istanze storico-filosofiche.
Le prime forme entro cui la matematica ha trovato il proprio dispiegamento nella storica carreggiata, derivano dalle antiche conoscenze già implicite nelle considerazioni di Platone sull’aritmetica e sulla geometria, le quali tendevano soprattutto a mettere in luce la differenza tra le grandezze percepite dei sensi e le grandezze ideali che sono l’oggetto della matematica.
Questa definizione veniva in un secondo momento formulata da Aristotele come segue:
Il matematico costruisce la sua teoria per mezzo dell’astrazione: egli prescinde da tutte le qualità sensibili, quali il peso e la leggerezza, la durezza e il suo contrario, il caldo e il freddo e le altre qualità opposte e si limita a considerare solo la quantità e la continuità.
Kant introduceva il concetto matematico nel suo lavoro filosofico, ponendo una seria distinzione tra matematica e filosofia. Mentre la filosofia procede mediante concetti, la matematica procede mediante la costruzione dei concetti dell’esperienza.  
Ma la nostra ricchezza spirituale... dipende dai risultati delle nostre esperienze con il mondo?  Ecco che attribuiamo spesso un peso morale a tutto ciò che di verità o falsità si tratta,  rendendola  qualcosa di fermo, di statico, e di incontrovertibile dove gli stati d’animo non si perdono nel turbine dissolutivo del "Pantha rei " eracliteo.
L’aforisma di Domenico Ruggiero rappresenta un’esperienza diretta costruita attraverso un faticoso percorso di costruzione logico-concettuale, dove l’autore accende un primo riflettore, giudica di doverne accendere un secondo ...  un terzo e un quarto, fino a che non ritiene di aver illuminato totalmente ogni aspetto della verità degli esseri.
Anche se ci troviamo in un’epoca storica dove è difficile seguire il mondo “nell’accelerazione dei tempi”  - per dirla con Diego Fusaro - soppesandolo con gli occhi della sana ragione, dove la falsità prevaricatrice è donna seducente del nuovo secolo.
Ma le vie tracciate della ragione nell’aforisma dell’autore sono sempre le più oneste, le più sensate, ancor più provocanti, dinnanzi alle angherie e sfottò delle verità al massimo da tre soldi. 


 
Ipse dixit  
  "Un filosofo: un filosofo è un uomo che costantemente vive, vede, sente, intuisce, spera, sogna cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come se venissero dall'esterno, da sopra e da sotto, come dalla sua specie di avvenimenti e di fulmini; che forse è lui stesso un temporale gravido di nuovi fulmini; un uomo fatale, intorno al quale sempre rimbomba e rumoreggia e si spalancano abissi e aleggia un'aria sinistra. Un filosofo: ahimè, un essere che spesso fugge da se stesso, ha paura di se stesso - ma che è troppo curioso per non 'tornare a se stesso' ogni volta" (Friedrich Nietzsche) *** "Io ho un solo amico, è l'eco: e perché è mio amico? Perché io amo il mio dolore e l'eco non me lo toglie. Io ho un solo confidente, è il silenzio della notte. E perché è il mio confidente? Perché il silenzio tace". (Soren Kierkegaard) *** "Un grande uomo costringe gli altri a spiegarlo" (Georg Wilhelm Friedrich Hegel) *** "Il mondo non è nè vero nè reale, ma vivente" (Gilles Deleuze) *** "Strano come, appena pronunciata, una cosa perde il suo valore. Crediamo d'essere scesi sul fondo dell'abisso, ma quando risaliamo, le gocce rimaste sulle pallide punte delle nostre dita, non hanno più nulla del mare da cui provengono. Crediamo d'avere scoperto una fossa piena di tesori meravigliosi, ma, quando risaliamo alla luce, ci accorgiamo di avere con noi solo pietre false e frammenti di vetro. Nella tenebra, intanto, il tesoro continua a brillare, inalterato". (Maeterlinck)  
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