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La Chiesa di Francesco. Madre dell’Uomo, madre degli uomini
 

di Michele Lasala

 
 
La Chiesa che ha in mente Papa Bergoglio ha gli occhi e il volto di Maria. Una Chiesa accogliente, materna, amorevole. Una Chiesa che certo non dimentica i poveri, i bisognosi, gli ultimi. Una Chiesa che guarda i suoi figli infondendo nei loro cuori null’altro che amore. Questo è ciò che desidera il nuovo Vescovo di Roma.
Fin dai suoi primi messaggi, Papa Francesco ha espresso il profondo desiderio di aprire e spalancare le porte della Chiesa romana apostolica alla gente più bisognosa, alla gente che vive ai margini della società, alla gente che vive la miseria di una esistenza molto spesso priva di stimoli e priva di risorse. Con Bergoglio la Chiesa ancora una volta si rinnova, indossa una nuova veste, si incammina verso terre straniere, e si arma di croce e misericordia, diffondendo con umiltà e semplicità la parola di Cristo Salvatore, di Dio fattosi uomo.
Semplicità e umiltà sono le parole che probabilmente meglio esprimono la missione evangelica che il nuovo Vescovo di Roma ha in mente di condurre durante il suo pontificato. Sono parole che allo stesso tempo dicono nella loro immediatezza, la grandezza di un uomo, Jorge Mario Bergoglio, che da sempre nel corso della sua esperienza pastorale ha toccato con mano la miseria di uomini umili e bisognosi, percorrendo lunghi cammini. Instancabilmente. Da Buenos Aires a Roma.
E basterebbe solo questo per svuotare di senso le polemiche sollevate fin dal 13 marzo, giorno dell’elezione del Pontefice, dalle cervellotiche analisi di giornalisti come Horacio Verbitsky, che accuserebbero il nuovo pontefice di collusione con la dittatura argentina in anni passati.
Ma Francesco continuerà a camminare, con l’aiuto dei cristiani. Portando l’umanità di Cristo in ogni angolo del mondo.
Nel suo primo messaggio, affacciato al balcone del Maderno della basilica di San Pietro, Papa Francesco infatti ha teneramente espresso le sue intenzioni con queste parole: «E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!».
Un messaggio semplice ma che ha la forza di smuovere le nostre coscienze facendoci capire che siamo in fondo tutti fratelli e tutti figli della Chiesa, tutti figli di Maria.
 
 
www.quotidianolive.com - 30 marzo 2013
 
 
 
 

 
Ipse dixit  
  "Un filosofo: un filosofo è un uomo che costantemente vive, vede, sente, intuisce, spera, sogna cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come se venissero dall'esterno, da sopra e da sotto, come dalla sua specie di avvenimenti e di fulmini; che forse è lui stesso un temporale gravido di nuovi fulmini; un uomo fatale, intorno al quale sempre rimbomba e rumoreggia e si spalancano abissi e aleggia un'aria sinistra. Un filosofo: ahimè, un essere che spesso fugge da se stesso, ha paura di se stesso - ma che è troppo curioso per non 'tornare a se stesso' ogni volta" (Friedrich Nietzsche) *** "Io ho un solo amico, è l'eco: e perché è mio amico? Perché io amo il mio dolore e l'eco non me lo toglie. Io ho un solo confidente, è il silenzio della notte. E perché è il mio confidente? Perché il silenzio tace". (Soren Kierkegaard) *** "Un grande uomo costringe gli altri a spiegarlo" (Georg Wilhelm Friedrich Hegel) *** "Il mondo non è nè vero nè reale, ma vivente" (Gilles Deleuze) *** "Strano come, appena pronunciata, una cosa perde il suo valore. Crediamo d'essere scesi sul fondo dell'abisso, ma quando risaliamo, le gocce rimaste sulle pallide punte delle nostre dita, non hanno più nulla del mare da cui provengono. Crediamo d'avere scoperto una fossa piena di tesori meravigliosi, ma, quando risaliamo alla luce, ci accorgiamo di avere con noi solo pietre false e frammenti di vetro. Nella tenebra, intanto, il tesoro continua a brillare, inalterato". (Maeterlinck)  
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